Estratto da una guida turistica ufficiale del Comune di Oświęcim - Centro Informazioni Turistiche
Oświęcim - Storia della Città
I primi insediamenti sulla collina del castello
a Oświęcim esistevano già nell’XI secolo, tuttavia il
nome della città è apparso per la prima volta nelle testimonianze
solo verso la fine del XII secolo, ai tempi
di una intensa castellanìa. Le costruzioni del borgo fortificato erano
circondate da un terrapieno. Ciò nonostante sia il borgo che il sottoborgo
con la chiesa parrocchiale furono distrutti nell’anno 1241
durante un’incursione tartara diretta verso la Slesia e comandata da
Baidar. Durante i lavori di ricostruzione del borgo intrapresi dopo
questo attacco, sulla collina del castello fu avviata la costruzione
di una torre difensiva murata conservatasi fino ai nostri giorni.
Oświęcim a quell’epoca faceva parte del Ducatodi Cieszyn. Verso
il 1272 ottenne i diritti civici, confermati il 3 settembre 1291dal
duca di Cieszyn, Mieszko I. Conseguentemente alla divisione del
ducato, avvenuta tra gli anni 1312-1317, nacque il Ducato indipendente
di Oświęcim con capitale nella città omonima. Il potere
era esercitato dai duchi della linea slesiana della dinastia dei Piast.
Il primo duca residente fu Ladislao, figlio di Mieszko I slesiano, che
con sua moglie Eufrosina fondò e arredò la chiesa e il convento dei
domenicani di Oświęcim. Rimane oggi la cappella di San Giacinto,
fondata nelle stesse circostanze. Nel 1327 il figlio del duca Ladislao,
duca Giovanni I Scolastico, rese omaggio feudalea Giovanni di
Lussemburgo, re di Boemia, legando il Ducato di Oświęcim alla
Corona della Cechia per oltre un secolo. A partire dalla fine del
XIII secolo Oświęcim divenne un punto importante sulla via del
sale, godendo del privilegio di stoccaggio e commercio del sale
di Wieliczka della migliore qualità. Oświęcim possedeva persino
un’unità di misura del sale chiamata "idolo di Oświęcim".
La città
godeva inoltre del privilegio giudiziale e del diritto di stoccaggio
e commercio del piombo, del diritto pedaggio per l’attraversamento
di due ponti sulla Vistola nonché quello della gestione dei
magazzini doganali. Oświęcim era noto per il commercio del pesce,
che giungeva persino alle tavole reali a Cracovia. Nel 1445 ebbe
luogo la spartizione del Ducato di Oświęcim fra i tre figli del duca
Casimiro. Ebbero così origine tre ducati: di Oświęcim, di Zator e di
Toszek. Diveniva duca di Oświęcim Giovanni IV, che nel 1453 rese
l’atto di sottomissione al re polacco Casimiro Jagellone seguito,
a distanza di un anno, dalla nobiltà e dalla borghesia locale.
Nel 1457 il ducato, venduto dal duca Giovanni IV al re polacco,
fu annesso alla Corona Polacca su mediazione del re. La piena
incorporazione del ducato alla Polonia avvenne solo nel 1564
in virtù dell’atto di incorporazione emesso dal re Sigismondo
Augusto.
Nel 1503 un grave incendio distrusse una parte importante della
città e del castello. Il re Alessandro Jagellone concesse a Oświęcim
un esonero dal pagamento delle imposte per il periodo di 15 anni
e ordinò la ricostruzione dell’intero castello e delle fortificazioni,
provviste di un sistema di bastioni, nonché l’esecuzione di lavori
di ristrutturazione delle mura della città. I lavori di ricostruzione
durarono fino al 1534. Risalgono a quest’epoca la parte più antica
del castello e un frammento delle mura difensive con il bastione
collocato presso il muro orientale della torre difensiva. Nel XVI
la città conobbe un periodo di prosperità. All’interno delle mura
civiche si innalzava la chiesa parrocchiale con il cimitero, la piazza
del mercato, il municipio e la chiesa domenicana; esternamente
alle mura urbane, nella zona dell’attuale via Mikołajska si ergeva
l’ospedale-ricovero per i poveri con la chiesa lignea di San Nicola
e il cimitero. La floridezza e il benessere degli abitanti furono
interrotti dalla conquista della città da parte degli svedesi, nel 1655.
Inizialmente respinti dalle truppe di Jan Grzegorz Torysiński, due
mesi più tardi intrapresero nuovamente l’assedio della città distruggendola
e incendiandola in segno di vendetta.
Delle cinquecento
case preesistentine restavano così venti; dei duecento artigiani
– appena sei. Il deposito doganale di sale smise di funzionare,
il castello e la chiesa di San Nicola subirono ingenti danni.
Nel 1676 la città contava solamente 114 abitanti. Dopo circa trent’anni
la peste divorò oltre trecento persone e un incendio distrusse
le case adiacenti alla piazza del mercato. Per quasi 200 anni
Oświęcim non riuscì a risollevarsi dopo "l’alluvione" svedese e altre
catastrofi avvenute all’indomani dell’invasione. Nel 1772 il ducato
di Oświęcim, conseguentemente alla prima spartizione della
Polonia, si trovò all’interno dei confini austriaci e divenne parte
della Galizia austriaca. Dieci anni più tardi, in virtù de decreto sulla
cassazione degli ordini religiosi emesso dall’imperatore austriaco,
fu liquidato il convento dei domenicani e fu soppresso
il cimitero parrocchiale situato presso la chiesa
di Santa Maria Assunta. Esso fu sostituito da un nuovo
cimitero collocato fuori del centro urbano.
Un periodo di svolta per Oświęcim è la metà del
XIX secolo, quando la città diviene un importante
nodo ferroviario sulla linea Cracovia-Vienna. Fino
allo scoppio della II guerra mondiale sorgono
e funzionano diversi stabilimenti industriali tra cui quello di carta
catramata, una conceria, la fabbrica di vodke e liquori di Jakub
Haberfeld, una fabbrica di fertilizzanti, le fabbriche di conserve
di pesce "Ostryga" e "Atlantic", la fabbrica di macchinari agricoli
"Potęga-Oświęcim", il consorzio di fabbriche di Macchinari
e Autovetture "Praga-Oświęcim". In quest’ultimo stabilimento
avveniva il montaggio di tre tipi di autovetture "Praga-Oświęcim":
Piccolo, Alfa e Grand, inzialmente su telai importati dalla Cechia.
Queste auto si distinguevano per una struttura molto solida
ed una precisa fabbricazione. La produzione totale raggiunse
le 1700 unità circa. Proprietari di una "Praga-Oświęcim" furono
il famoso tenore Jan Kiepura, l’attrice di cabaret Zizi Halama
e l’eccelso pittore Wojciech Kossak. Si conserva attualmente una
sola autovettura "Praga-Oświęcim" - un modello
Piccolo, oggi al Museo della Motorizzazione di
Otrębusy vicino a Varsavia, messa in mostra nel 2001
a Oświęcim durante la Festa della Città.
Nel XIX secolo si succedettero alluvioni e incendi
con conseguenze gravi per la città. Due alluvioni
avvenute a distanza di pochi anni, nel 1805 e nel
1813, causarono il cedimento del terreno di una
parte della collina del castello – quasi 25 metri del cortile crollarono
nel fiume Soła, che cambiando il suo corso trascinò alcuni
palazzi e il muro difensivo. Le autorità austriache stabilirono allora
la demolizione del castello danneggiato, ma fortunatamente non
portarono ad effetto tale decisione. A causa dell’incendio scoppiato
nel 1863 furono divorati dalle fiamme i 2/3 della città, tra
cui la torre della chiesa parrocchiale, due sinagoghe, il municipio
e l’ospedale-ostello per i poveri. Nel 1881 un altro grande incendio
interessò la chiesa parrocchiale, la casa canonica, la casa del vicario,
la scuola e l’ospedale. Nel 1910 fu istituita la Podesteria di Oświęcim
e i suoi uffici furono trasferiti all’interno del castello ricostruito. Dopo
il recupero dell’indipendenza nel 1918, sempre all’interno del
castello, si trovavano gli uffici dello starosta della provincia politica
di Oświęcim, la quale dal 1919 era parte del voivodato di Cracovia.
All’inizio della II guerra mondiale Oświęcim si trovò all’interno dei
confini del Terzo Reich e il suo nome fu tradotto in tedesco come
Auschwitz. Alla periferia della città i nazisti crearono il campo
di concentramento KL Auschwitz-Birkenau – luogo di sterminio
di massa per gente proveniente da tutta l’Europa. Passarono
successivamente alla trasformazione della città
e alla costruzione della fabbrica "IG Farben"a Dwory,
vicino Oświęcim. Essa, all’indomani della guerra, fu
trasformata nello stabilimento chimico "Zakłady Chemiczne
Oświęcim", oggi "Synthos S.A.".
Il 27 gennaio 1945 la città Oświęcim veniva liberata.
Già nel 1945 ebbe inizio l’attività produttiva di quattro
stabilimenti. La vita nella città tornava gradualmente alla normalità.
Nel 1947 fu istituito il Museo Statale di Oświęcim sul terreno del campo
KL Auschwitz-Birkenau. Nel 1951 fu istituita la provincia di Oświęcim
che faceva parte del voivodato di Cracovia; nel 1975 invece, in applicazione
di una riforma amministrativa, la provincia fu liquidata e la città
si trovò all’interno del nuovo voivodato di Bielsko. Dal 1999 Oświęcim
è nuovamente capoluogo di distretto e come secoli addietro appartiene
al voivodato di Cracovia.
Un esemplare "Praga-Oświęcim" usata anche da Jan Kiepura.
Il ponte sul fiume Soła fatto saltare il 3.IX.1939.
Il Castello
L’attuale castello di Oświęcim fu costruito all’inizio del XVI
secoloma la sua struttura subì varie modifiche nei secoli successivi.
Il primo castello – sede del castellano nel XII secolo – era
probabilmente ligneo come tutto il borgo fortificato sorto sulla
stessa collina cent’anni prima. Gli scavi archeologici condotti nella
zona della torre difensiva hanno riportato alla luce un reperto di
notevole importanza archeologica: presumibilmente il frammento
di una strada interna costituita da tronchi di legno allineati. Il borgo
era fortificato, ovvero circondato da un terrapieno con palizzata.
Ai tempo del duca Mieszko II di Opole, nel 1241, Oświęcim
fu distrutta dai Tartari. Il borgo, dato alle fiamme, fu ricostruito
e fu innalzata la torre di difesa in muratura.
Il primo duca che dimorò nel castello di Oświęcim fu Ladislao,
figlio di Mieszko I duca di Cieszyn. Durante il suo ducato, quindi
nella prima metà del XIV secolo, furono completati i lavori alla
torre difensiva. Il duca con la moglie fondarono la chiesa con
il convento dei domenicani. Mancano però fonti che rechino
informazioni storiche o iconografiche riguardanti il castello ducale,
néci é nota la sua ubicazione sulla collina. Nel XIV oppure XV secolo
la collina fu cinta da mura. Il castello ospitò all’epoca molte personalità
di rilievo, essendo Oświęcim collocato nel crocevia di tratti
commerciali nevralgici. La città offriva al contempo delle ottime
condizioni di soggiorno. La prima notizia concerne Elisabetta
d’Austria– futura moglie di Casimiro Jagellone, la quale trail gennaio
e il febbraio del 1454 si trattenne al castello durante il suo viaggio
verso Cracovia, accompagnata da un corteo composto da signori
cechi, austriaci e moravi. Dopo la cessione del ducato di Oświęcim
al re Casimiro Jagellone da parte del duca Giovanni IV, il castello
divenne residenza dei castellani del re. In quell’epoca, dal 27 al 29
luglio 1471, l’edificio ospitò il corteo regale di Casimiro Jagellone
e sua moglie Elisabetta, nonché tre vescovi polacchi e sette duchi
della Slesia. Il corteo salutava allora il principe Ladislao, figlio del
re, che partiva alla volta di Praga essendogli stato
riconosciuto il diritto alla corona ceca da parte del
parlamento dello stato.
Durante i tre giorni di soggiorno a Oświęcim, il
corteo era accompagnato da settemila cavalieri e
duemila fanti – probabilmente alloggiati nei villaggi
limitrofi. Tre anni più tardi, nel 1474, il castello offerse
rifugio al duca di Rybnik, Ladislao, che sfuggiva ai soldati del
re ungherese Mattia Corvino. Il castello medievale bruciò nel 1503
insieme con la chiesa parrocchiale e una parte cospicua della città.
Il primo fu ricostruito nei cinque anni seguenti su ordine del re Alessandro
Jagellone, tuttavia i lavori di rafforzamento e ricostruzione
delle mura perdurarono fino al 1534. Di questo periodo restano un
frammento del muro difensivo con il bastione nella parte nord-est
della collina nonché la parte più antica, meridionale, dell’attuale
complesso del castello. Nel 1510 il castello ricostruito ospitò un
legato pontificio, soggiornante in Polonia perché affidatario di una
missione speciale. Alcuni anni più tardi, tra l’11 e 12 aprile 1518,
vi si trattenne Bona Sforza d’Aragona, accompagnata da un numeroso
corteo di signori e ecclesiastici, in viaggio da Bari a Cracovia
per le nozze con Sigismondo I e l’incoronazione. Anche la futura
moglie di Sigismondo Augusto, Elisabetta d’Asburgo, soggiornò
a Oświęcim verso la fine di aprile del 1543, salutata da un corteo
composto da mogli dei dignitari dello stato polacco provenienti da
Cracovia. È inoltre probabile che nella notte fra il 18 e il 19 giugno
1574, sostò a castello il re Enrico d’Angiò, in fuga dalla Polonia
verso la Francia. All’inizio del XVII secolo il castello fu divorato
dalle fiamme.
Durante i lavori di ricostruzione il castello fu ampliato dopo
che il muro orientale fu spostato di circa due metri
verso il bordo della collina. È per questo che sotto
i pavimenti delle sale del pianterreno si incontrano
resti della cinta muraria cinquecentesca. Durante
"l’alluvione" svedese il castello fu conquistato due
volte e successivamente incendiato dagli invasori.
Da quel momento ebbe inizio il progressivo decadimento
dell’edificio. Malgrado una delibera del
parlamento che ordinava l’esecuzione urgente di lavori, esso non
é più tornato all’antico splendore. Nel 1765 fu eseguita un’ispezione
del castello. Rimane una descrizione dello stato fatale in
cui versavano i palazzi e le mura difensive: "Accedendo al castello
si attraversa un ponte di travi, poi s’incontra un portone a due ante
(...). Oltre il portone il muro, crepato, si estende da ambo i lati verso
il cortile, ugualmente segnato da crepe (...), nel cortile: l’archivio
librario del borgo fortificato provvisto di una porta con serratura
in ferro (...) una finestra ni piombo con inferriata (...). più avanti,
la cucina (...), il ripostiglio con serratura (...) da lì una scala di legno
che porta al secondo piano, dove c’é un portichetto di legno (...).
Sulla destra una stanza con finestra provvista di lastre, una stufa
piastrellata (...). Più avanti, una sala (...), nella stessa sala, il muro
profondamente crepato. Più avanti ancora, una cappella devastata.
Poi una stanzetta (...). La torre nell’angolo, in muratura. " Di tutti gli
spazi citati solo la torre resistette nei secoli a venire. All’inizio del
XIX secolo ebbero luogo due alluvioni che comportarono danni
catastrofici. Nel 1805 il fiume Soła cambiò il suo letto accostandosi
alla collina del castello. Nel 1813 il flusso aumentò tanto da far
crollare in acqua quasi metà collina insieme alle costruzioni che
giacevano su di essa. Nello stesso periodo all’interno delle rovine
del castello e della torre difensiva fu organizzato un magazzino
di sale.
Qualche anno dopo le autorità austriache predestinarono
il castello alla demolizione. Le rovine furono acquistate nel corso
di un’asta da Kajetan Russocki – vecchio aiutante di campo di Napoleone
Bonaparte – che qui aveva collocato l’ufficio demografico
e l’ufficio postale. Il castello fu ereditato dalla figlia Leokadia
Dąbska, i cui figli lo cedettero indebitato a tre commercianti ebrei:
Landau, Schnitzer e Schonker. I nuovi proprietari vi allestirono un
deposito merci. Nel 1904 il castello fu comprato da Karol Kaszny,
impiegato delle ferrovie, che sottopose a restauro il castello e la
torre, nei quali aprì l’albergo " Il Castello", un’enoteca e una birreria.
Negli stessi anni il castello fu rialzato di un piano e sul muro orientale
fu collocato lo scudo con lo stemma dell’aquila della dinastia dei Piast
stilizzata con la lettera "O" sul petto, e allusione al ducato di Oświęcim.
Nel 1910 il proprietario affittò il castello alla Podesteria di Oświęcim,
che vi rimase con i propri uffici anche dopo il recupero dell’indipendenza
nel 1918. Il proprietario successivo, Jakub Haberfeld, adattò
la struttura a magazzino di vodke e vini di produzione propria.
Nel 1926 l’Ufficio Provinciale di Biała Krakowska
acquistò il castello e negli anni 1928-1931 effettuò
i lavori di restauro generale. Tra la torre difensiva
e il castello, dove prima sorgevano palazzi bassi, venne
costruito un palazzo di due piani con avancorpo
coperto da attico in stile neorinascimentale sul quale
fu collocata l’aquila con corona in metallo. Nel 1939
l’aquila fu gettata dai tedeschi nel fiume Soła; attualmente essa e’
parte della collezione del Museo del Castello (Zamek) mentre una
sua copia decora da alcuni anni l’attico del castello.
Dal 1929 al 1932 gli interni del Castello divennero sede della
provincia autonoma di Oświęcim. Nel 1932 l’Ufficio Provinciale di
Biała mise in vendita il castello, ma fino allo scoppio della II guerra
mondiale non si trovò nessun acquirente propenso all’acquisto.
Durante la guerra il castello servì alle autorità degli occupanti
tedeschi. Negli anni del dopoguerra vi furono ubicati gli uffici del
Comune di Zbiorowa e, dal 1952, il Consiglio Nazionale Provincialedi
Oświęcim. Dal 1975 al 1987 il Castello è stato sede delle autorità
municipali di Oświęcim. Negli anni 1999-2000è stata demolita
la rampa di scale che univa il castello alla torre difensivae furono
avviati lavori archeologici all’interno di queste due costruzioni.
L’esito di tali interventi permise l’elaborazione di un progetto
di trasformazione e restauro del castello. Il 1 gennaio 2010 ha preso
avvio l’attività dell’istituzione culturale denominata "Museo del
Castello (Zamek) di Oświęcim", il cui funzionamento fonda sulle
collezioni storico-etnografiche preesistenti.
Il castello sede del Museo del Castello (Zamek) di Oświęcim
Il Castello e la Torre veduta da sud
Il castello di Oświęcim
Esposizione interna al Castello
La Torre difensiva
"...il castello di Oświęcim possiede una torre
murata di mattoni, abbastanza alta e snella, che
sovrasta il castello da tutti i lati; chi sarebbe riuscito
a conquistare questa torre si sarebbe facilmente impossessato
dell’intero borgo fortificato" – così scriveva
nel XV secolo Jan Długosz circa il monumento
più prezioso della città. La torre difensiva gotica costituisce una
delle costruzioni in mattoni più antiche nella regione della Piccola
Polonia nonché il muro gotico più alto conservato nel sud della
Polonia. La costruzione della torre fu intrapresa probabilmente
dopo l’anno 1241 insieme ad altri lavori di ricostruzione del borgo
fortificato messo a ferro e fuoco dai tartari. La prima fase edilizia
consiste nel muro in pietra concia che oggi giace sotto il livello del
cortile. Allo stesso periodo risale il frammento di un muro mai completato,
situato all’angolo della torre e collegato ad essa. Questa
è una prova attestante il fatto che la torre, secondo progetti iniziali,
avrebbe dovuto costituire un frammento di un sistema difensivo
più vasto mai realizzato. Lo spessore dei muri della torre a pianta
quadrata è di circa 4 metri. I lavori di costruzione furono interrotti
per ragioni ignote, ma furono ripresi all’inizio del XIV secolo.
La torre fu così completata, ma non più sfruttando la pietra bensì
mattoni lavorati a mano che ben si armonizzavano
con il muro in malta di calce.
La torre rimase dunque una costruzione indipendente,
rivestendo il ruolo di "torre da ultima difesa".
Il livello inferiore risultava inaccessibile da fuori
e in assenza diun passaggio comunicante all’interno.
Originariamente possedeva due o tre piani superiori,
ma non si dispone di notizie circa l’aspetto del piano
più alto, né del tetto. Si può supporre che essa somigliasse all’immagine
della torre visibile nello scudo di Oświęcim. L’unico ingresso
originale alla torre, decorato con un portale ogivale in pietra, oggi
giace all’altezza di 10 metri sopra il livello del cortile; in passato
l’accesso ad essa era possibile mediante scale di legno esterne.
Al livello dell’ingresso si trova una sala ad uso abitativo con una
volta a padiglione, murato nel XVI secolo, con un caminetto situato
in un angolo e una finestra ricavata nel muro orientale, accanto al
quale si é conservato un frammento di travi del ballatoio per arcieri.
Oggi il pavimento è costituito da un pianerottolo ligneo. Fino al XIX
secolo attraverso il foro nel pavimento di questa sala le persone
venivano probabilmente calate a mezzo di corde fino al livello
inferiore, in cui a volte venivano costretti i reclusi. Per accedere
ai livelli superiori si passa attraverso la rampa di scale compresa
nello spessore del muro. Nel XVI secolo la torre fu innalzata di un
piano non conservatosi fino
ai nostri giorni, con il tetto ricoperto
diassicelle di legno ecoronata
da una sfera di rame.
Dopo
"l’alluvione svedese" la torre
e gli altri palazzi sulla collina del
castello cadderoin rovina. Nel
XIX secolo al livello del cortile
fu ricavato un ingresso alla torre,
e al suo interno collocate le scale
di legno provvisorie. All’inizio
del XX secolo il proprietario del
castello, Carlo Kaszny, intraprese
lavori di restauro che interessarono
anche la torre. Egli ricevette
una sovvenzione dall’ufficio
di restauro e conservazione
di Cracovia a condizione di consegnare
al museo di Cracovia
i relitti rinvenuti. In quel periodo
furono riparati i danni del muro
della torre e il livello superiore fu
coperto con un tetto in tegole
a capanna.
Negli anni 1928-1931 la torre fu unita al castello
attraverso un palazzo di due piani. La torre
perse così il suo carattere originario di "torre-palo".
Nell’ambito dei lavori di protezione econservazione
condotti negli anni 1984-1986, furono sostituiti
il tetto e le scale interne. Nel 1997 furono demoliti
i garage degli anni ’50 e fu riportato alla luce il muro
settentrionale. Negli anni 1999-2000, nel corso
di lavori archeologici, fu demolito il vano di scale adiacente alla
torre e da alcuni anni pericolante. Nel 2009 furono portati a termine
i lavori di restauro che resero possibile l’apertura al pubblico della
parte più importante e interessante del castello.
Il muro difensivo e il bastione
Lungo la scarpata nord-est della collina si è conservato un
frammento del muro di cinta di circa sei metri di lunghezza con un
bastione adiacente ad un angolo della torre. Il muro e il bastione
sono frutto della ricostruzione realizzata dopo l’incendio del 1503.
Oggi, tuttavia, essi versano in condizioni pressoché rovinose.
Il muro, dello spessore di circa due metri, è di pietra grezza e mattoni
e reca tracce di numerose modifiche. Il bastione,
elemento fiancheggiante il perimetro difensivo, ha
forma rotonda del diametro di circa 4,5 m. La sua
forma originaria e il sistema di collegamento con
il muro difensivo potranno essere accertati solo in
base agli esami architettonici e archeologici.
I corridoi sotterranei
Secondo Jan Stanek "La leggenda locale narra che un corridoio
sotterraneo unisce il castello di Oświęcim con il vecchio
convento dei domenicani" quindi dell’attuale convento dei
salesiani. Forse sussiste in questa leggenda un granello di verità,
poiché sia la chiesa che il convento dei domenicani erano un
tempo ubicati sulla collina sovrastante il fiume Soła, quindi in un
luogo difficilmente raggiungibile per ragioni naturali. Stanek, nel
suo libro Della storia delle terre di Oświęcim (1959) sostiene che durante
l’occupazione tedesca "i lavori di scavo condotti vicino alla
vecchia sinagoga ebraica in via Berka Joselewicza (...) fu scoperto
un corridoio sotterraneo che conduceva al castello e al convento".
Oggi solo gli scavi archeologici potrebbero confermare o respingere
definitivamente questa leggenda. Attualmente esistono
due corridoi sotterranei che si incrociano a circa 11 metri sotto
il cortile del castello, tuttavia la loro storia è molto più recente.
Il corridoio più antico, stretto eposto sull’asse est-ovest, è chiamato
"lungo" o "austriaco" e fu scavato presumibilmente prima
del 1914. In origine esso sboccava su due lati della collina, ma
attualmente l’unica entrata ècollocata dalla parte ovest in via
Bulwary, sul fiume Soła.
La sezione del corridoio ha profilo piriforme
ed è provvisto di muri di mattoni. A circa 22 metri dall’ingresso
c’è un pozzo, un tempo accessibile dal cortile del castello, il cui
fondo raggiunge la falda. Il secondo corridoio, posto sull’asse
nord-sud e scavato dai tedeschi negli anni 1940-1944, è chiamato
"trasversale". Ricoperto di scaglie di cemento armato di forma
ellittica cava, servì da bunker antiaereo. La sua costruzione non fu
portata a termine, onde cui qualche decennio dopo hanno avuto
luogo cedimenti che minacciavano la costruzione del castello.
Nel 1984 sono stati intrapresi lavori preventivi di protezione
e scavi archeologici sulla collina. Sono stati riempiti i cedimenti,
ricostruiti gli elementi più danneggiati ed è stata rafforzata la
costruzione dei corridoi. Da alcuni anni i corridoio sono aperti
al pubblico.
La Chiesa di Santa Maria Ausiliatrice
La storia della chiesa salesiana risale alla prima
metà del XIV secolo, quando il duca di Oświęcim
Ladislao, figlio di Mieszko I duca di Cieszyn, insieme
a sua moglie Eufrosina, fondò o completò
la fondazione del complesso conventuale dei domenicani
promossa da suo padre. Secondo Jan Długosz si trattava del
quarto convento di quest’ordine religioso in Polonia, che
si distingueva dagli altri per la grandezza e la splendida
ubicazione sulla collina sovrastante il fiume Soła, "costruito
di mattoni bruciati in modo degno di attenzione".
Il complesso
era composto dalla chiesa gotica di Santa Croce orientata verso
est con chiostro quadrato adiacente e chiuso su quattro lati
da costruzioni conventuali. Del vecchio convento dei domenicani
rimane oggi solamente la sala capitolare gotica, l’attuale
cappella di San Giacinto e frammenti del muro della chiesa di
Santa Croce, rinnovata dai preti salesiani fra il XIX e il XX secolo.
La chiesa possedeva una sola navata con presbiterio rettangolare
chiuso, era larga circa 55 metri e alta circa 21 metri. La navata
era sovrastata da un soffitto ligneo, mentre il presbiterio,
più stretto e basso, era provvisto di volta a costoloni e crociera.
La chiesa, orientata, possedeva l’ingresso per i fedeli dalla parte
nord, quello dei frati dal lato del cortile meridionale.
L’interno ospitava un tempo l’altare maggiore e tre altari
laterali: di San Nicola, di Santa Maddalena e della Madonna
del Rosario. Un dipinto di quest’ultimo è oggi conservato nella
chiesa di Santa Maria Assunta. Nella cripta sotto il presbiterio,
come narra Jan Długosz, furono sepolti duchi e castellani di
Oświęcim. A partire dal 1782 il complesso dei domenicani
cadde progressivamente in rovina per effetto del decreto
sulla cassazione dell’ordine emanato dall’imperatore austriaco
Giuseppe II. Una parte dei frati dovette lasciare Oświęcim, mentre
al convento furono sottratti tutti i beni e investiture feudali.
Sei frati che non vollero trasferirsi in altri conventi situati
fuori dai territori occupati dagli austriaci rimasero a Oświęcim
a condizione della cosiddetta rendita vitalizia. Essi non furono
tuttavia in grado di provvedere al mantenimento della chiesa,
né del complesso conventuale, né di sé stessi. Nel 1845
il tetto pericolante della chiesa fu smantellato; successivamente
crollò la volta del presbiterio. Dalla descrizione di Ladislao
Łuszczkiewicz veniamo a sapere che "i muri bianchi della
chiesa erano decorati qua e là con elementi policromi, mentre
attraverso i rosoni pericolanti delle slanciate finestre gotiche
penetravano graziosamente i raggi del sole, giocando con
il verde del pavimento marmoreo." Le costruzioni domenicane
passarono spesso di mano in mano. Kajetan Russocki, che nel
1819 ottenne i beni conventuali acquistati da suo zio Egidio
Russocki, parroco di Oświęcim, allestì all’interno delle rovine le
stalle per i cavalli della posta e il magazzino di fieno e paglia.
Nel 1872 i commercianti ebrei Landau e Schonker acquistarono
i palazzi in rovina organizzandovi depositi commerciali.
Nel presbiterio della chiesa fu costruita una capanna di
legno che fungeva da deposito dinafta. Le botti piene venivano
fatte rotolare su di un "binario" costituito dalla
lastra tombale medievale in pietra della tomba di
Mikołaj Myszkowski, rimossa dal pavimento del
presbiterio. Dal 1898 proprietario delle rovine
divenne la confraternita dei Padri Salesiani invitati
a Oświęcim dal don Andrzej Knycz, parroco
della chiesa di Santa Maria Assunta.
I resti delle
costruzioni abitative furono demolite mentre la
vecchia chiesa di Santa Croce fu ricostruita su progetto dell’ingegnere
Mario Ceradini e assunse l’intitolazione a Santa
Maria Ausiliatrice. Nella parte ad ovest fu innalzato un nuovo
presbiterio e fu cambiato l’orientamento della chiesa aprendo
l’accesso principale nel muro in cui era precedentemente
collocato l’altare, sul lato di via Jagiełły. Il 19 agosto 1900
fu celebrata la prima messa nella zona restaurata. Nel 1906
i lavori edili furono interrotti per permettere la realizzazione
di interventi conservativi.
I lavori di trasformazione che hanno
conferito alla chiesa l’aspetto attuale furono completati solo
negli anni 1975-1984. L’arredamento originale degli interni
non fu conservato. Nel 1904 l’altare maggiore era sormontato
da una figura di Santa Maria Ausiliatrice donata dalla Confraternita
dei Salesiani di Torino. Nel 1907 essa fu sostituita da
una copia del quadro rappresentante l’Ausiliatrice, conservato
a Torino, dipinta da un pittore di Oświęcim, Jan Szczęsny
Stankiewicz. Nel 1906 furono aggiunti altri otto altari laterali.
Dopo la guerra, nel 1958, fu costruito l’organo e negli anni
1962-1964 l’altare maggiore su progetto del padre salesiano
ingegnere Jan Kajzer.
Il Complesso dei Salesiani - veduta dal fiume Soła
La chiesa di Santa Maria Ausiliatrice dell’inizio del XIV secolo, rimaneggiata a cavallo dei secoli XIX e XX - veduta da est
La Cappella di San Giacinto
La cappella di San Giacinto è l’unica costruzione conservatasi
del complesso conventuale dei domenicani a Owięcim.
Fu edificata per volontà dei duchi insieme agli altri edifici dei
domenicani nella prima metà del XIV secolo. Fino al 1594 funse
da sala capitolare – quindi sala per i consigli dei frati – ma
successivamente fu adibita a cappella intitolata a San Giacinto
Odrowąż, canonizzato in quella stessa epoca. Questo domenicano
polacco divenne il nuovo patrono della confraternita.
Nel
XIX secolo gli edifici abbandonati dai domenicani e demoliti
servirono da magazzini; la cappella fungeva da deposito di ossa
e stracci. Nel 1894 il comitato dei cittadini costituito su iniziativa
di don Andrzej Knycz, riacquistò la cappella dalle mani degli
ebrei e la restaurò sotto la sorveglianza conservativa del professore
Odrzywolski. Il 19 agosto 1894, nel giorno di San Giacinto,
si svolse la cerimonia di benedizione della struttura.
Nella stessa epoca la cappella subì leggere modifiche.
Fu demolito l’atrio e il piccolo rosone rimasto fu murato sopra
la porta d’ingresso; il tetto a doppio spiovente fu trasformato
nel profilo a quattro spioventi. Fu aggiunto il frontone con finestre
cieche, il piccolo campanile sul tetto e furono ingrandite
le finestre.
Cappella di San Giacinto, inizi del XIV secolo
l'Interno della Cappella di San Giacinto
La Chiesa di Santa Maria Assunta
Nello stesso luogo in cui oggi si innalza la chiesa dell’
Assunta probabilmente già nel XII secolo esisteva una chiesa
parrocchiale lignea per gli abitanti del borgo di Oświęcim. Sulla
collina del castello si trovava forse una cappella.
Questa prima chiesa di Oświęcim fu divorata dalle fiamme
insieme al borgo fortificato e a quello circostante durante
l’incursione tartara del 1241. Nella seconda metà del XIII
secolo fu costruita al suo posto la nuova chiesa parrocchiale
in muratura, la cui esistenza viene confermata nelle cronache di
Jan Długosz. La chiesa medievale bruciò nel 1503 con il castello
e la maggior parte delle costruzioni della città. La chiesa fu
ricostruita in stile primorinascimentale. I lavori si protrassero
negli anni 1527-1529. A quest’epoca risale il portale ricavato tra
il presbiterio e la sacristia con la data "1529" visibile nella trabeazione.
Della fase medievale rimangono solo due elementi.
Il primo è il portale ogivale in pietra situato sul muro meridionale
della navata sul lato di via Dąbrowskiego, attualmente
la porta è murata e ci è collocata l’immagine di San Cristoforo.
Il secondo elemento è costituito dal portale ogivale, con
passaggio murato e porta in ferro battuto collocati nel muro
occidentale accanto alla torre della chiesa.
Il presbiterio della
chiesa del XVI secolo era sormontato da una volta a botte con
lunette mentre i muri della navata e della torre raggiungevano
l’altezza delle finestre. Le pareti superiori, il soffitto, le navate
e la torre erano lignei. Nel 1656 gli svedesi misero a fuoco
la città e la sua chiesa parrocchiale, la ricostruzione delle quali
durò circa 25 anni. Nel corso dei lavori le pareti furono interamente
murate e la chiesa coperta da una volta a botte. Due
grandi incendi si succedettero infine nel XIX secolo apportando
ulteriori danni alla città di Oświęcim.
Nell’agosto del 1863 bruciarono i 2/3 delle costruzioni della
città tra cui la torre della chiesa parrocchiale, dove persino
si fusero le campane. La ricostruzione della chiesa e dell’intera
città durò 14 anni. Nel giugno 1881 un altro incendio divorò tra
l’altro la chiesa con la canonica e la casa del vicario. Si passò
ad una nuova ricostruzione nel corso della quale furono murate
le parti superiori della torre svettante. Da quel momento
la fisionomia della chiesa, rimasta inalterata, si conserva oggigiorno.
La chiesa di Santa Maria Vergine è una costruzione
orientata, provvista di tre navate, di un presbiterio chiuso
di forma rettangolare e di una torre situata sull’asse ovest
con cappella adiacente al muro della navata settentrionale.
All’interno le volte e i pilastri sono ornati da stucchi.
L’altare
maggiore, del tardo barocco, con le figure settecentesche dei
Santi Pietro e Paolo (di grandezza naturale) fu rimaneggiato
nella seconda metà del XIX secolo. La chiesa conserva inoltre
due crocifissi di gran bellezza: uno del XVII secolo, posto nel
vestibolo sottostante il presbiterio; l’altro del XVIII secolo,
collocato sul muro sud esterno del presbiterio. Nel passaggio
tra la navata e il presbiterio, di fronte al pulpito, si innalza un
fonte battesimale marmoreo del 1613 con un coperchio metallico.
Originariamente nelle pareti circostanti erano murate
le lastre commemorative marmoree, ma nel corso dei lavori
di restauro della chiesa eseguiti nel 2001 essefurono spostate
sul pilastro meridionale e sul muro ovest della navata. La più
antica di esse è quella di marmo nero dedicata a don Hieronim
Russocki, del 1681; le altre risalgono al XIX secolo.
La chiesa custodisce inoltre tre quadri eseguiti dai domenicani
nel XVIII secolo e rappresentanti la Madonna
del Rosario, San Giacinto e San Domenico, un
quadro da processione, e pianete della stessa
epoca nonché calici antichi per la messa.
Dopo
i lavori di restauro condotti nel 2000-2001 scomparvero
le policromie eseguite nel dopoguerra
raffiguranti scene dal Vecchio e Nuovo Testamento
e dipinte con una limitata gamma di grigi,
rossi spenti e giallo ocra, con forme semplificate alludenti al
cubismo. Oggi le pareti della chiesa, chiare e prive di elementi
pittorici, sono decorati da modeste dorature applicate agli
stucchi. L’altare maggiore è attualmente sottoposto a lavori
di restauro. Fino alla fine del XVIII secolo intorno alla chiesa
di Santa Maria Assunta si adagiava il cimitero parrocchiale
circondato da un muro con alcune porte di accesso. Il cimitero
fu liquidato e una parte delle tombe insieme alle lastre tombali
furono trasferite al nuovo cimitero ubicato nella periferia della
città. Il muro del cimitero fu demolito nel 1941 dai tedeschi,
che spostarono la via Dąbrowskiego così da renderla adiacente
al muro della chiesa.
La Chiesa di Santa Maria Vergine Assunta. Portale con l'immagine di San Cristoforo
La Chiesa di Santa Maria Vergine Assunta. Il fonte battesimale del 1613
La Chiesa di Santa Maria Addolorata
Il primo edificio del convento delle suore Serafiche di Oświęcim fu
innalzato nel 1895 ma la pietra angolare della chiesa della Madonna
Dolorosa fu benedetta solamente due anni più tardi grazie all’aiuto
dell’architetto Paolo Muller di Bielsko il quale "considerata la povertà
delle suore" cominciò la costruzione a spese proprie.
La chiesa fu ultimata e benedetta nel 1899. Ha struttura neogotica
in mattoni senza intonaco, circondata da contrafforti, a navata
unica, con il presbiterio più stretto e basso chiuso dall’abside.
Il tetto a doppio spiovente della navata è sormontato da una
snella torretta campanaria. L’interno della chiesa, con volta a croce
e costoloni, è ricoperta d’intonaco e dipinta di bianco. L’altare maggiore
neogotico è della fine del XIX secolo, come anche il pulpito
e i banchi. Gli altari laterali con quadri rappresentanti San Francesco
di Assisi e Sant’Antonio da Padova, una Pietà, il confessionale
e il lampadario risalgono tutti ai primi anni del Novecento. Durante
la seconda guerra mondiale la chiesa subì una parziale distruzione e
fu ricostruita dopo il periodo bellico, nel 1947. Al suo cospetto fu collocata
la figura dell’Immacolata.
Nel 1951 le finestre del presbiterio
furono completate con nuove vetrate rappresentanti i sette dolori di
Maria. Il più antico edificio del convento, in stile neoclassico, è collegato
oggi con la chiesa da un passaggio al livello del pianterreno.
Il secondo palazzo, adeguato stilisticamente al primo, fu costruito
negli anni ‘50 del XX secolo. All’interno del complesso conventuale
c’è anche la palazzina della "Caritas" in stile art nouveau-modernismo
eretto negli anni 1905-1910 e due palazzine di un asilo nido degli
anni ‘30 del Novecento. Dal lato orientale e occidentale il convento
della congregazione delle Figlie della Beata Vergine Maria Addolorata
è circondato da un frutteto e un giardino.
La Chiesa di Santa Maria Addolorata - fine del XIX secolo - veduta da ovest
Un frammento della lastra tombale della Madre Fondatrice - Maria Margherita Szewczyk dentro la chiesa di Santa Maria Addolorata
L'assetto urbanistico di Oświęcim e le fasi dello sviluppo territoriale della città
L’assetto urbanistico di Oświęcim, databile al
periodo tra il XIV e XV secolo, è iscritto da vent’anni nel registro
dei monumenti d’arte. Si compone del "complesso urbanistico
della città vecchia Otto-Novecentesca e diquattro elementi
dominanti: il castello, la chiesa e il convento". Lo sviluppo urbanistico
di Oświęcim conobbe diverse fasi. Nella prima fase – anteriore
alla fondazione – di cui si riconduce convenzionalmente
l’inizio al XII secolo, il potere del castello di Oświęcim era esteso
al territorio sui due lati della Vistola e comprendeva le terre
di Żywiec; a est raggiungeva il fiume Skawa. Sulla collina era
all’epoca attivo un
borgo fortificato circondato
da un terrapieno
difensivo con
il borgo adiacente
alla parte nord. Fu
tracciata anche la
piazza del mercato,
che diede origine al
borgo commerciale
c o m p r e n d e n t e l a
parte orientale della
futura città. Il borgo
aveva la forma di un
ovale allungato con
la piazza del mercato
situata internamente
e a forma di
fuso. Il profilo del
borgo corrisponde
oggi alla Piazza Piccola
(Mały Rynek)
e alla via Piastowska.
Dai due lati della
piazza si trovavano
lotti di terreno di
assetto a ventaglio,
le cui tracce sono
visibili ancora oggi
nella disposizione
della via stessa, dalla parte est della piazza.
Nella stessa epoca all’interno del borgo
o nei paraggi dello stesso funzionava una chiesa,
forse ubicata nelle vicinanze dell’odierna chiesa
di Santa Maria Assunta. Non si esclude tuttavia
che la prima chiesa del borgo sia stata quella di
San Nicola, oggi non più esistente, localizzata nei
pressi di via San Nicola. Probabilmente il borgo
non era circondato da una cinta difensiva. La fine dello sviluppo
della città venne marcata dall’incursione tartara nel 1241
– una vera catastrofe sia per il castello che per il borgo. Dopo
la ricostruzione fu modificato completamente l’assetto urbano
di Oświęcim. Nella seconda metà del XIII secolo avvenne la
locatio civitatis. Non è purtroppo nota la data esatta dell’atto,
né questo si è conservato. La fase finale dello sviluppo urbanistico
medievale potrebbe essere segnata dalla costruzione
di una cinta difensiva nella prima metà del XIV secolo. Nello
stesso secolo fu tracciata la piazza principale del
mercato, fiancheggiata sui quattro lati da gruppi
di palazzi profondi una corda fiamminga.
Nell’angolo sud-est funzionava la piazza
secondaria del vecchio ovale.
Una deduzione
della localizzazione originale dei palazzi pubblici
non è oggi possibile. I macelli si trovavano probabilmente
all’interno della piazza del mercato;
i depositi disale e dipiombo – nella parte nord della città.
L’estensione della città fondata raggiungeva a sud il convento
dei domenicani, costruito all’inizio del secolo XIV. In quanto
ordine mendicante, esso veniva sovente collocato nei pressi
di una città e non al suo interno. La cinta difensiva fu innalzata
probabilmente all’epoca in cui Oświęcim era già capitale del
ducato autonomo. La chiesa di San Nicola si trovò esclusa dal
perimetro urbano e forse allora cambiò funzione e divenendo
chiesa dell’ospedale. Le mura di cinta eseguite in legno e terra
possedevano solo due porte collocate sull’asse nord-sud nei
pressi dell’incrocio delle vie Górnickiego e Klucznikowska
e di via Jagiełły con via Zaborska. All’epoca gli edifici della
città erano probabilmente lignee. Un fattore che incise in
entità non indifferente sul progressivo sviluppo della città fu
l’afflusso continuo della popolazione. A partire dal 1457, dopo
la vendita del ducato al re polacco, sul territorio di Oświęcim si
stanziarono in massa gli ebrei: poiché la città apparteneva al re,
non vigeva in essa la legge "de non tolerandis Judeis".
Nel 1563
fu introdotta la legge che proibiva agli ebrei l’acquisto delle
proprietà in piazza del mercato. Ciò causò la nascita di quartieri
ebraici nella zona di via Berka Joselewicza e nei suburbi, fuori
dal perimetro delle mura. Nel XVI secolo fu ampliata la rete stradale,
eseguite la riparazione e la modernizzazione delle mura,
ricostruito il castello con le fortificazioni, la chiesa parrocchiale
e la chiesa domenicana divorati dalle fiamme durante l’incendio
del 1503. Probabilmente nella stessa epoca fu costruita
la terza porta nei pressi dell’incrocio delle vie Dąbrowskiego
e Sienkiewicza. Sulla piazza del mercato fu edificato il municipio,
rimasto integro fino al XIX secolo. Nel XVII secolo ebbe
inizio la graduale decadenza di Oświęcim. Le distruzioni prodotte
dagli svedesi nel 1656 causarono un processo di declino
che durò quasi duecento anni. Alla fine del XVII secolo, probabilmente
come primo passo verso la ricostruzione, l’ingresso
alla collina del castello fu spostato dalla parte settentrionale
a quella meridionale, dove rimane tutt’oggi, mentre il castello,
fornito di una cinta muraria autonoma, restava tuttavia
indipendente dalle fortificazioni della città. Nel 1772, in virtù
del trattato che sanciva la spartizione della Polonia, l’Austria
occupò anche il territorio di Oświęcim.
Furono introdotte delle
modifiche nei confini della città, perdurate in
quella forma fino al 1939.
Furono regolate tutte le strade di uscita dalla
città, fu liquidato il cimitero presso la chiesa
parrocchiale e ne venne fondato uno nuovo fuori
dalle mura, liquidato il convento dei domenicani.
Nel XIX secolo le costruzioni in muratura costituivano
solo la metà delle costruzioni di Oświęcim.
Regnava una stagnazione economica mentre i palazzi storici
più preziosi della città, come il castello e il convento abbandonato
dei dominicani, cadevano in rovina. Nel 1863 un incendio
divorò quasi i 2/3 della città tra cui anche il municipio, due
sinagoghe e la torre della chiesa. Il centro, successivamente
ricostruito, era per la maggior parte in muratura. Solamente
nella seconda metà del XIX secolo, grazie allo sviluppo della
ferrovia e la costruzione di un nodo ferroviario a Oświęcim che
collegava Cracovia con Vienna e Katowice, iniziò lo sviluppo
locale dell’industria e del commercio.
Questo favoreggiò l’aumento
della popolazione e sviluppo delle borgate tra i secoli
XIX e XX. Crebbe l’importanza della strada che collegava la
stazione ferroviaria con il centro della città. Nel 1912 iniziò
la costruzione delle strade di accesso al ponte che secondo
i progetti sarebbe dovuto sorgere dalla parte meridionale del
castello fino a sovrastare il fiume. Questo ponte fu inaugurato
nel 1924 e reca oggi il nome di Piastowski. Tra il XIX e XX secolo
l’arrivo dei padri salesiani e delle suore della congregazione
delle serafite fu il fattore principale che diede avvio allo sviluppo
territoriale della città. Il nuovo convento con la scuola dei
salesiani nonché la vecchia chiesa dei domenicani ricostruita
divennero, con il Castello e la torre della chiesa dell’Assunta,
punti dominanti sul panorama della città.
La chiesa e il convento
delle serafite chiudevano il lato orientale della Nuova
Piazza del Mercato, oggi denominata Piazza Kościuszki. Dopo
il 1917 nella zona denominata Zasole fu creata una borgata con
baracche chiamata Città Nuova oppure Oświęcim III. In centro
l’espansione territoriale interessò il lato est fiancheggiante
via Dąbrowskiego. Durante la II guerra mondiale i tedeschi
ampliarono il terreno dello stabilimento chimico IG Farben
e della così chiamata "zona d’interesse del campo di concentramento",
nonché trasformarono parzialmente il centro storico
della città. Dopo il 1945 l’apparizione di quartieri costituiti da
edifici abitativi condominiali intorno al centro storico causò
maggiori trasformazioni nell’aspetto urbanisticoe la zona
Osiedle Chemików assunse la funzione del centro commerciale
e culturale. In anni recenti sono state intraprese azioni miranti
al ripristino, almeno parziale, dell’importanza e dell’aspetto
della Città Vecchia.
La piazza del mercato
Nella prima metà del XIV secolo a Oświęcim fu
tracciato il profilo quadrato della piazza principale,
pensata a scopi commerciali. I lati della piazza erano
fiancheggiati da case in legno mentre la disposizione
dei lotti di terreno dei tempi della locazione in molti
casi corrisponde a quella attuale.
È cosa certa che l’edificazione del municipio, su due piani,
risalga al XVI secolo, tuttavia le costruzioni della piazza del mercato
rimanevano di legno. Nel XIX secolo la piazza fu descritta da
Jan Nepomucen Gątkowski nel libro Compendio della storia del
ducato di Oświęcim e di Zator del 1867: "nel mezzo della piazza
del mercato, circondata per la maggior parte da case lignee con
portici, si innalza il municipio su due piani, rinnovato
nel 1792 e provvisto di orologio.
Tutta la decorazione di questa piazza piccola e
povera consisteva in tre palazzi su più piani, la figura
di San Giovanni Nepomuceno e il pozzo municipale,
dalle cui notevoli profondità gli abitanti attingevano
l’acqua con la ruota ma non la bevevano, poiché in
essa erano annegate alcune persone. Sulla piazza
accanto al municipio si trovava uno stagno, chiamato deposito,
la cui acqua serviva per spegnere gli incendi". Dopo due incendi
verificatisi nella seconda metà del XIX secolo le case in piazza
furono ricostruite per la maggior parte in muratura.
Durante la
II guerra mondiale la piazza fu parzialmente modificata dai tedeschi
e i portici in via Plebańska e nell’angolo del vecchio Hotel "Herz"
costituiscono un frammento del progetto della sua trasformazione
complessiva. Nello stesso periodo furono rimosse dalla piazza
la lastra tombale del milite ignoto e la figura di San Giovanni
Nepomuceno. Furono inoltre recisi gli alberi piantati nel periodo
tra le due guerre. Negli anni più recenti la Piazza del Mercato
è stata illuminata a mezzo di lampioni in stile ottocentesco, è stata
sostituita la pavimentazione e molti palazzi sono stati rinnovati.
Il Municipio
Il municipio si trovava al centro della Piazza del Mercato fino alla
metà del XVI secolo. Il palazzo, che contava già più di duecento anni
si ergeva su più di un piano, fu rinnovato nel 1792 ma purtroppo
bruciò poi nel 1863. Nove anni più tardi fu assunta la decisione
di costruire un nuovo municipio per la Città Reale di Oświęcim.
I lavori furono avviati nell’aprile del 1872 sotto la sorveglianza
dell’architetto Leopold Michel. Tre anni dopo al palazzo ormai ultimato
furono trasferiti gli uffici del comune, che vi rimasero fino alla
II guerra mondiale. Dopo la guerra le autorità della città trasferirono
gli uffici al castello. Dal 1987 sono ubicati in via Zaborska.
Il vecchio municipio è un palazzo stilizzato
caratterizzato dalla prevalenza di elementi neogotici
in mattoni e intonaco. È provvisto di scantinati,
si erge su un piano ed è sormontato da un tetto
a due spioventi. La facciata del municipio è caratteristicamente
asimmetrica, con la torre posta sull’asse
principale dell’ingresso. "La torre" termina con un
attico merlato e due torrette angolari.
Una cornice analoga separa i due piani del palazzo sopra
l’ingresso. Sulla "torre" del municipio, del 1876, fu collocato un
orologio poi sostituito da un esemplare nuovo nel 2001. Da molti
anni il palazzo ha cessato di svolgere la sua funzione originaria, ma
dal 1993 sventola qui la bandiera recante lo stemma della città e
a mezzogiorno si ode in piazza la melodia detta hejnał– simbolo
della città di Oświęcim costituito dal un frammento di una polacca
composta da Aleksander Orłowski ed eseguito presso l’edificio.
Il palazzo degli Ślebarski
All’inizio del XIX secolo lungo la linea di costruzioni posta sul
lato settentrionale della Piazza del Mercato il parroco della chiesa di
Santa Maria Assunta don Michał Ślebarski fece edificare un ampio
palazzo di un piano.
Esso presenta una costruzione in mattoni elevata
su un piano, intonacata provvista di con scantinati
e forme neoclassiche. Il portico a colone situato
sull’asse dell’ingresso sporge dalla facciata del
palazzo al livello del pianterreno. Al primo piano,
circondato da una balaustra sul muro frontale l’edificio
è caratterizzato dai due pilastri centrali delle
finestre e dal frontone triangolare sul tetto.
Durante la II guerra mondiale i tedeschi apportarono leggere modifiche al
palazzo adibendolo a sede delle autorità urbane. Aggiunsero una
piccola torretta sulla sommità del tetto e modificarono gli interni.
Nel periodo del dopoguerra il palazzo fu, tra l’altro, sede del Partito
Operaio Unificato Polacco (PZPR) divenendo in seguito e fino ad
oggi sede del Tribunale Distrettuale di Oświęcim.
Il vecchio hotel "Herz"
Lungo la linea est della Piazza del Mercato nel XIX secolo fu
costruito il palazzo disposto su due piani nel quale funzionò l’Hotel
"Herz". Si tratta di un edificio noto soprattutto per il soggiorno
tenutovi il 7 febbraio 1915 da Józef Piłsudski, all’epoca brigadiere,
e dal suo corpo di ufficiali delle Legioni Polacche onde poter
partecipare alle celebrazioni dell’anniversario dell’insurrezione di
gennaio del 1863.
Il palazzo è in mattoni, intonacato ed è provvisto di scantinati.
Durante la guerra i tedeschi lo trasformarono in stile "Heimatstil"
secondo il progetto di Hans Stosberg.
Tale modifica consistette nell’aggiunta dei portici
angolari e di finestre a mansarda aperte sul tetto
nonché la liquidazione della cornice sorretta da
mensola che era posta sotto la gronda e dell’attico
recante il nome dell’hotel. Da molti anni il palazzo
ospita una farmacia.
Il Palazzo dei matrimoni
In via Jagiełły negli anni 1903-1912 fu costruita la villa del
dottor Antoni Ślosarczyk, la quale fino alla fine del periodo tra le
due guerre fu casa privata. È un palazzo in stile storicheggiante
caratterizzato da una prevalenza di elementi neorinascimentali
e neobarocchi.
La struttura è in mattoni, elevata su due piani e con
scantinati, su pianta rettangolare l’avancorpo posto nell’angolo
nord-ovest e il portico situato dalla parte del muro affacciato sul
giardino e al quale si accede attraverso la rampa di scale esterne
divise da un pianerottolo. Il palazzo è sormontato da un tetto
a mansarda; l’avancorpo è provvisto di tetto a capanna. Il grande
giardino attiguo dalla parte est è oggi un parcheggio. La villa
veniva detta "castelletto" oppure "palazzetto" per la ricchezza
delle decorazioni delle finestre a mansarda e dell’avancorpo
stilizzato a torretta.
Il palazzo è detto oggi Palazzo dei Matrimoni in
quanto, ultimati i lavori di restauro e di conservazione,
vi è stato trasferito l’Ufficio dello Stato
Civile. Al primo piano, raggiungibile da un’entrata
indipendente situata dalla parte del giardino,
si trova inoltre una bellissima sala matrimoni. Nel
palazzo da alcuni anni ha sede il Consiglio della
Città di Oświęcim.
La Cappella-Mausoleo della famiglia Haller a Dwory
Nella parte orientale di Dwory è ubicato il vecchio complesso
signorile della prima metà del XIX secolo, oggigiorno diviso
in due dalla via Zwycięstwa. Dal lato meridionale sono visibili
alcune costruzioni della casa signorile purtroppo in rovina mentre
dal lato settentrionale ciò che rimane del parco con l’unico
palazzo del complesso conservato in buono stato, è la cappellamausoleo
della famiglia Haller.
La costruzione della cappella fu
avviata nel 1805, dopo la morte di Barbara dei Hallerin Rottman.
È una costruzione in stile classicista in muratura e intonacata,
su pianta centrale, circondata da pilastri ionici sorreggenti la
cornice su cui poggia la cupola a sua volta sovrastata da una
croce in metallo. L’ingresso è chiuso da un arco pieno e poggia
su due pilastri; nell’incoronamento dell’arco: una chiave di volta
decorativa.
Nell’altare maggiore era originariamente collocata una
grande statua lignea di Santa Barbara. Il monumento, considerata
l’ingente massa, è stata sostituita alcuni anni fa da una
statuetta più piccola della Madonna, mentre la santa è stata
collocata al lato.
Dai due lati dell’altare sono murate nelle pareti
due lastre commemorative. Una di esse è dedicata
al maggiore Cezar Haller de Hallenburg, l’altra
all’ultimo membro della famiglia qui sepolto – Cezar
Antoni Haller, morto l’8 luglio 1972. Accanto
alla porta d’ingresso, nel pavimento, è collocato
l’accesso alle cripte contenenti le bare dei sepolti.
La cappella è circondata da un parco signorile
purtroppo trascurato. Davanti alla porta sono collocate due
linee di panchine. La cappella appartiene alla parrocchia di
Santa Maria Assunta: la domenica e durante le feste vi si celebrano
le messe. Nel 2009 la cappella è stata sottoposta a lavori
di restauro.
Santa Barbara dalla Cappella della famiglia Haller a Dwory - frammento della scultura inizio XIX secolo
La Cappella della famiglia Haller a Dwory, inizio XIX secolo
Il Cimitero Parrocchiale
Il cimitero parrocchiale ha forma quadrangolare. Nella sua
parte centrale e settentrionale è stata mantenuta la disposizione
originaria con la cappella, l’ossuario, il viale principale
e una fila di vecchi alberi disposti lungo il confine orientale di
un tempo. La cappella del cimitero risale al periodo tra le due
guerre.
È un palazzo in mattoni intonacato, su pianta rettangolare,
sormontato da un tetto a tre spioventi ricoperto da
lamiera. Nella parte centrale del cimitero sono conservate oltre
duecento tombe monumentali. In molti casi si tratta di esempi
bellissimi dell’arte sepolcrale – tombe scolpite nella pietra
o con elementi dell’arte del fabbro. Fra gli elementi più antichi
è l’obelisco di pietra arenaria un tempo appartenente alla
tomba della famiglia Russocki e Dąbski nonché obelischi di soldati
austriaci caduti nella battaglia contro l’esercito prussiano
il 27 giugno 1866.
Quattro tombe di famiglia sono considerate
monumenti dell’architettura sepolcrale, tra cui la tomba neoromanica
della famiglia Stankiewicz e quella neoclassicista dei
Wojciechowski con la bellissima scultura di un angelo piangente.
Nel 1986 il cimitero parrocchiale di Oświęcim è stato iscritto
nel registro dei monumenti storici. Nuove sepolture sono oggi
possibili solo nelle tombe già esistenti perché la funzione della
necropoli principale della città è passata al cimitero comunale
situato fuori dal centro urbano – come nel caso del cimitero
parrocchiale 150 prima.
Il Cimitero Parrocchiale. La tomba storica della famiglia Wojciechowski
Il cimitero parrocchiale, frammento del monumento ai soldati polacchi.
La Sinagoga Chewra Lomdei Misznajot
La data di edificazione della sinagoga in Piazza Kościelny
(Piazza della Chiesa) a Oświęcim, oggi Piazza intitolata a padre
Skarbek non è nota. Dai documenti conservati dall’associazione
Lomdei Misznajot risulta che la sinagoga funzionasse già nel
1900 ma probabilmente era ubicata in un altro palazzo. Negli
anni 1905-1912 la casa in Piazza della Chiesa apparteneva
a Józef e Gella Glas; dal 1912, all’associazione Lomdei Misznajot.
Si ipotizza tuttavia che la costruzione della sinagoga
abbia avuto inizio nel 1913, altrimenti negli anni 1928-1930.
Al suo interno è conservata la lastra marmorea
della fondazione risalente al 1928 recante una
scritta tradotta dall’ebraico da Y. Reisner e J. Proszyk:
"Questa casa di preghiera (Bejt ha-midrasz)
è stata edificata (dedicata) alla memoria (degli
amministratori, protettori della sinagoga) –Jakir
Singer [Che Egli Viva], Chaim Goldstein [Che Egli
Viva], Alter Neuberg [Che Egli Viva] nell’anno
5688 (=1928) secondo la misurazione più lunga del tempo".
La seconda lastra marmorea votiva conservata – sziwiti –
è collocata sulla destra dell’Aron-ha-kodesz. La sua traduzione
dall’ebraico, effettuata dagli stessi autori, suona: "Sappi a chi
stai davanti. Sei al cospetto del Re dei Re sui Re - Santo [Dio]
– Beato. Ho sempre Dio davanti a me. È il dono della donna
Hinda Cweth [Che Viva] in onore dell’Onnipresente e alla
memoria del suo marito defunto. Alla beata memoria del nostro
maestro e rabbino Szlomo Zelman di Kęty nell’anno 667
(=1907) secondo la misurazione più breve del tempo". Queste
due lastre sono gli unici elementi dell’arredamento della sinagoga
rimasti. L’edificio della sinagoga si eleva su un piano, ha
pianta rettangolare, forma compatta e semplice, sormontata
da un tetto a doppio spiovente. Il muro frontale è decorato da
modesti elementi architettonici. Le finestre, di forme disuguali,
sono distribuite in maniera asimmetrica, tuttavia rispettano
la divisione dell’interno composto da due sale – la più grande
per gli uomini e la più piccola per le donne. L’arredamento,
distrutto durante e dopo la guerra, è stato ricostruito in base
alle descrizioni degli abitanti di Oświęcim vissuti in quell’epoca
Nella primavera del 1941 nella piazza davanti alla
sinagoga furono radunati gli ebrei di Oświęcim prima della loro
deportazione verso i ghetti di Będzin, Sosnowiec e Chrzanów.
Nel 1945 solo pochi tornarono e cercarono di ricostituire
la comunità ebraica. Fu restaurato il cimitero e nella sinagoga
Lomdei Misznajot fu allestita la casa di preghiera pubblica.
La comunità ebraica del dopoguerra non perdurò negli anni ’60
tutti gli ebrei abbandonarono la città. La sinagoga rimase nelle
mani dell’associazione Lomdei Misznajot teoricamente fino
al 1977, successivamente, in seguito alla decisione del Tribunale
Distrettuale a Oświęcim, essa passò ad essere proprietà
del Tesoro dello Stato. Fino al 1997, quando il palazzo fu
iscritto nel registro dei monumenti storici, servì da magazzino
di tappeti. Nello stesso anno, in seguito alla legge sulla restituzione
del patrimonio ebraico, la sinagoga Lomdei Misznajot
fu restituita per prima alla comunità ebraica di Bielsko-Biała.
Furono eseguiti i lavori archeologici e di conservazione necessari.
La sinagoga fu consacrata e solennemente inaugurata
il 12 settembre 2000.
Aron ha-Kedesz all'interno della sinagoga-ricostruzione
La Piazza intaitolata a padre Skarbek e la Sinagoga Chewra Lomdei Misznajot, inizio XX secolo
Il Cimitero Ebraico
Non è noto il luogo del primo cimitero ebraico di Oświęcim.
L’afflusso massiccio di ebrei ebbe luogo a partire dalla metà del XV
secolo. Ciò comporterebbe l’esistenza, già all’epoca, di un luogo
di sepoltura ebraico. Il cimitero monumentale tuttora esistente fu
fondato agli inizi del XIX secolo o precedentemente, nel XVIII secolo,
come attestato dalla lastra più antica, del 1757, conservata nel
cimitero. La lastra tombale è eseguita in pietra arenaria e la scritta
in ebraico recita: "ABRAMO TORNÒ AL PROPRIO LUOGO" (...) Qui
è sepolto un uomo giusto tra i filantropi che seguiva il cammino
della gente giusta. Rispettato signore e rabbino Abramo Aba figlio
di Aszer Zelig, è spirato nella buona gloria, giovedì giorno 7 del
mese Marcheszwan (...) La sua anima sia legata al nodo della vita
eterna" (traduzione dalla versione di J. Proszyk).
Le altre tombe, per la maggior parte distrutte,
sono collocate in file, le lastre più danneggiate sono
raccolte e collocate su due zoccoli comuni. Il cimitero,
un tempo su pianta quadrata, ha attualmente
una forma pressoché trapezoidale. Fu demolito dai
tedeschi durante la II guerra mondiale. Una sua parte
fu impiegata negli interventi di ampliamento della
vicina via Dąbrowskiego.
Dal 1940 circa o dal 1943 il cimitero fu chiuso, poi rinnovato nel
dopoguerra, quando si provvedette al completamento del muro
circostante, e negli anni ‘80, quando fu nuovamente riordinato.
Attualmente le informazioni concernenti le visite al cimitero sono
date dal Centro Ebraico di Oświęcim.
Il Cimitero Ebraico. Le tombe Ebraiche.
Il Cimitero Ebraico. Zoccolo ricoperto dai frammenti delle lastre tombali demolite.
La lastra tombale di Nicola Myszkowski
Fra gli oggetti più preziosi del Museo del Castello di Oświęcim
è la lastra tombale medievale di Myszkowski con lo stemma
detto "Jastrzębiec" (Falco). Originariamente la lastra era collocata
all’interno della chiesa dei domenicani del XIV secolo. La prima
notizia concernente la lastra proviene dal libro Compendio della
storia del ducato di Oświęcim e Zator (1867) di Jan Nepomucen
Gątkowski.
Un’altra informazione ci viene data dal libro
di Jan Stanek Dalla storia della terra di Oświęcim
(1959): "La lastra, durante l’occupazione tedesca,(…)
fu utilizzata come rafforzo del letto
del fiume" e dopo la guerra "l’autore, nel 1948,
la sollevò dal fiume Soła trasferendola vicino
al castello". Avvenne probabilmente così il trasporto
della lastra fino al cortile del castello. Cosparsa poi
di malta di cemento venne inserita nel muro meridionale della
torre difensiva.
Dopo quasi cinquant’anni l’incisione della persona
e l’iscrizione nel bordo sono quasi completamente cancellate
dalle oscillazioni di temperatura e dal tasso d’umidità. Nell’ottobre
del 1999, dopo lavori di conservazione durati quasi due anni,
la lastra fu collocata in una delle sale dell’Esposizione Storico-Etnografica.
Nel 2000 fu scoperta una lettera del 1895, scritta da don
Andrzej Knycz – parroco della chiesa di Santa Maria Assunta – cui
erano allegate due fotografie della lastra. Przemysław Mrozowski,
del Centro d’Arte del Castello
Reale di Varsavia tentò,
sulla base a quelle fotografie,
di decifrare l’iscrizione
sulla lastra. È sua opinione
che risultino visibili la data
"aprile 1482" e il nome del
defunto, Mikołaj.
Si presuppone
che la lastra sia legata
alla sepoltura di Mikołaj
Myszkowski da Myszkowice
e Przeciszów, il duale svolse
la carica di cancelliere del
ducato durante il regno di
Giovanni, l’ultimo dei duchi
della dinastia dei Piast
a Oświęcim.
La lastra tombale è eseguita
in pietra calcarea
giurassica e proviene forse
da uno dei laboratori reali
di Cracovia. È alta 235 cm,
larga 95 cm e spessa circa
30 cm.
È eseguita con tecnica a bassorilievo. Analizzando
la fotografia del 1895 potrà essere realizzata una
ricostruzione dell’effige del defunto. È visibile un
uomo in piedi con le mani unite in preghiera, con
ampie tempie e una barba caratteristica, indossante
una “szuba” - tipico mantello dei nobili polacchi
della fine del XV secolo, lunga e con falde.
Il luogo di Memoria kl Auschwitz-Birkenau
Il Museo Statale di Oświęcim – dal 1999 Museo Statale
Auschwitz-Birkenau di Oświęcim - fu aperto il 2 luglio 1947 sul
luogo dell’ex campo di concentramento. Il campo KL Auschwitz
era stato istituito dai nazisti lì dove si trovava una caserma delle
truppe polacche nella zona Zasole. Il 14 giugno 1940 fu trasportato
qui il primo convoglio contenente 728 persone provenienti
dal carcere di Tarnów.
La cosiddetta "zona d’interesse del campo
di concentramento” fu sottoposta ad ampliamento durante i quattro
anni di funzionamento della più grande fabbrica della morte
in Europa. KL Auschwitz I possedeva diversi sottocampi e filiali:
KL Auschwitz II-Birkenau e KL Auschwitz III-Monowitz costruiti
negli anni 1941-1942. Il 19 gennaio 1945 l’ultimo convoglio di
prigionieri a piedi fu evacuato dal campo.
I nazisti, abbandonando
il campo, fecero saltare le camere a gas e i forni crematori
di Birkenau e appiccarono il fuoco a una parte delle baracche. Il
campo fu liberato il 26 gennaio 1945; il giorno seguente l’armata
sovietica entrava nella città di Oświęcim. Due anni più tardi negli
edifici dell’ex campo KL Auschwitz I fu istituito il Museo Statale
di Oświęcim. È un centro di studi e ricerche e di educazione che
raccoglie, elabora, conserva ed espone i materiali d’archivio
e oggetti museali legati al campo di concentramento.
Il Museo del Castello (Zamek) di Oświęcim
Il Museo del Castello (Zamek) è stato inaugurato il 1° gennaio
2010, anche se le sue origini sono legate all’attività dell’Esposizione
Storico-Etnografica ospitata nel 1993 presso il Centro Municipale
di Cultura e dal 1996 al 2009 presso il Centro Culturale
di Oświęcim. L’Esposizione Storico-Etnografica aveva sin dalle
origini il compito di avvicinare alle nuove generazioni il patrimonio
del passato della città di Oświęcim e dei suoi dintorni.
L’obiettivo viene costantemente realizzato attraverso la raccolta
e la conservazione dei ricordi legati alla città e alla sua storia,
etnografia, archeologia e arte.
La collezione venne arricchita
grazie alla passione degli abitanti, collezionisti e simpatizzanti,
che sostennero l’idea di istituire il museo civico. La collezione
del museo comprende documenti, timbri, monete, mappe,
libri, fotografie, oggetti di uso quotidiano, reperti archeologici.
Tra gli oggetti più preziosi vale la pena citare la lastra tombale
medievale di Mikołaj Myszkowski, una spada da cavaliere del
XV secolo, una cartina del ducato di Oświęcim e Zator del XVI
secolo nonché una collezione di cartoline con vedute della città
durante il periodo della Galizia austriaca e durante gli anni fra
le due guerre. La maggior parte degli oggetti viene presentata
nell’ambito di un’esposizione permanente; la parte restante
è visitabile già dicembre del 2008.
I reperti testimoniano aspetti
di vita quotidiana degli abitanti prima della guerra. Si possono
visitare l’interno di una cucina, lo studio di Aleksander Orłowski,
una sala da pranzo e stanze di una famiglia ebraica e di una
cattolica. La presentazione è arricchita da fotografie degli abitanti
di Oświecim e dei dintorni. Questa parte dell’esposizione
sarà completata con un reparto storico che illustrerà il passato
della città a cavallo dei secoli XIX e XX. La storia di Oświęcim
è strettamente legata alla storia della sede del museo in quanto
il castello di Oświęcim con la torre, le mura di difesa e gli edifici
sulla collina costituiscono uno fra i più importanti monumenti
della città - testimoni di una storia lunga ottocento anni.
È luogo di eventi storici e svolge attualmente
funzioni rappresentative, culturali
ed educative.
Il museo del Castello (Zamek) di Oświęcim
provvede all’arricchimento della propria
collezione, dunque è dedito ad una costante
ricerca di nuovi oggetti e memorie legati
alla storia di Oświęcim.