Wieliczka: le miniere di sale
La discesa nello scavo "Pieskowa Skała"
L'effetto della ricristalizzazione del sale
La cappella di Santa Kinga
Lo scavo in sale di Niccolò Copernico
Sarà mia cura portarvi a conoscenza delle bellezze naturali di Wieliczka che si trova 12 km da Cracovia. È famosa in tutto il mondo per la miniera di salgemma.
Nel 1978 la miniera è stata inserita nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO.
È l'unica miniera funzionante dal XIII secolo, e i suoi scavi originari illustrano tutte le tappe dello sviluppo della tecnologia nell'estrazione della salgemma.
Potete visitare le bellissime camere scolpite nel sale, i fantastici laghi sotterranei, le maestose costruzioni di carpenteria e le affascinanti sculture di sale.
Quasi 3 chilometri di corridoi serpeggianti, 800 scalini
e 135 metri di profondità.
Non sorprendetevi se fino a oggi l'itinerario turistico della Miniera
di Sale "Wieliczka" è stato percorso da oltre 36 milioni di turisti provenienti da tutto il mondo.
Magari adesso tocca a voi?
Il giacimento di sale di Wieliczka fa parte della zona salifiera subcarpatica, formatasi 18-20 milioni di anni fa, nel periodo miocenico.
Molto tempo fa, qui c'era il mare. Poi il clima cambiò, diventando per molte migliaia di anni caldo e secco. Poco a poco le acque del mare evaporarono,
lasciando sul fondo molti sedimenti, fra cui il più prezioso: il sale. La sedimentazione sottoposta a differenti perturbazioni, durò almeno 15 mila anni.
Il giacimento di sale di Wieliczka si stende dall'ovest all'est su una distanza di circa 10 km; la sua larghezza oscilla tra 0,5 e 1,5 km.
Gli scavi, resi accessibili alle visite, non sono peraltro i più antichi. Alcuni di essi furono sfruttati nel XVII secolo, gli altri più tardi.
La maggioranza di essi fu però scavata con lavoro manuale, senza macchine e senza esplosivi. Il percorso turistico
e il museo minerario sono situati nel complesso superiore del giacimento, dove il sale formava di regola dei "roccioni".
Le "sale" visitate sono proprio quei roccioni resi vuoti dai minatori. Sfruttandoli, gli scavatori lasciavano sempre all'intorno dello scavo un guscio solido
di sale stesso, per proteggere la sala contro il crollo. Se, nonostante questo, il soffitto non resisteva e si rompeva, veniva costruiva un'impalcatura di tronchi
di pini ed abeti, o vi si installavano singolari pilastri di legno.
Attualmente il percorso dei visitatori comprende 20 scavi, e 14 sale del museo minerario sotterraneo.
Il percorso prende l'inizio nel Pozzo di Daniłowicz dove i visitatori incontrano la guida che durante il viaggio svela i segreti della Miniera
e racconta diverse storie sulle forze della natura sotterranea e sul lavoro duro dei minatori che da generazioni sono legati alla miniera di Wieliczka.
Scendendo sempre più in giù si visitano numerosi posti meravigliosi scolpiti dall'uomo nella dura roccia salina e si vedono diverse macchine a attrezzature minerarie.
La guida racconta molte curiosità, tra cui la leggenda sulla principessa Kinga alla quale la terra polacca deve la sua ricchezza salina.
A metà del percorso viene visitata la bellissima cappella dedicata alla sovrana con le opere d'arte che decorano il suo interno.
Vi si trovano bellissimi altari, un pulpito decorato, la copia del Cenacolo di Leonardo da Vinci e la scultura in sale di S.Giovanni Paolo II.
In una delle grotte è possibile ascoltare la musica di Chopin che accompagna un meraviglioso spettacolo di luci, al quale si assiste sulla riva di uno dei laghi salini.
La Miniera di Wieliczka svolge anche un'attività terapeutica. Negli scavi minerali sotterranei, si sfrutta per cura un microclima unico:
l'aria è priva di inquinamento ed allergeni, è ricca di microelementi, ha la temperatura costante, un'alta umidità ed è priva di radiazioni nocive.
Nel luogo dove dove nacque quel metodo di cura innovativo - la subterraneoterapia - fino ad oggi viene effettuata un'attività di
riabilitazione del sistema respiratorio, con l'uso delle caratteristiche terapeutiche dell'ambiente.
Giù nei sotterranei di alto livello, vengono organizzati spesso concerti e spettacoli teatrali.
I suoi sotterranei ospitano ogni tanto equipe cinematografiche mentre nelle sue camere si possono ammirare varie mostre ed esibizioni.
Di inestimabile valore è anche la collezione di strumenti minerari, carrelli, macchinari, utensili e meccanismi di trasmissione
a trazione animale - raccolti nel Museo delle Saline Cracoviane.
Il lago della sotterranea stazione termale "Wessel"
L'aragano "polacco" nello scavo "Modena"
Una delle gallerie sotterranee di Wieliczka
Dopo l'invasione della Polonia ad opera della Germania nazista, il 7 settembre 1939 le truppe della Wermacht entrarono a Wieliczka.
La miniera di sale fu considerata come uno stabilimento di particolare importanza strategica. Il suo direttore divenne Kurt von Velsen,
mentre in qualità di responsabile dei lavori fu nominato Henryk Echtermayer. Non si ricordano atti di persecuzione brutali nei confronti dei minatori polacchi.
I tedeschi accettarono gli interventi di sviluppo tecnico esistenti e introdussero persino alcune innovazioni.
Tra il 1941 ed il 1944 furono realizzati pozzi che consentirono, successivamente, l'estensione della miniera in direzione est. Nell'estate del 1944,
la miniera vide l'epilogo della tragedia degli ebrei, portati a Wieliczka dai campi di lavoro di Płaszów e Mielec. Alcune migliaia di persone
iniziarono a lavorare presso la fabbrica sotterranea di armamenti aperta dai tedeschi. A seguire presentiamo il commento di Jan Jabłoński,
che giunse in questo luogo a 17 anni come lavoratore forzato, al termine della scuola professionale.
"Vidi una folla di persone impegnate presso i macchinari. Si trattava di uomini, in alcuni casi di donne.
Molte apparecchiature erano azionate da bambini - ragazzini e ragazzine di età compresa, all'incirca, tra i sette ed i quindici anni.
Alcuni di loro svolgevano un lavoro, scaricavano materiale, controllavano qualcosa. Era un'immagine incredibile.
Fino a quel momento non mi ero reso conto del luogo in cui mi trovavo. Pensavo di essere finito ai lavori forzati in miniera,
per la costruzione di qualche nuovo impianto. Eravamo circondati da sorveglianti e funzionari delle SS.
Il rigoroso controllo dell'area mi fece comprendere che si trattava di un campo. L'aspetto degli altri prigionieri indicava la loro origine ebraica.
Mi trovavo in un campo per ebrei."
I piani di produzione, tuttavia, non andarono a buon fine, dato il progressivo avvicinamento dell'esercito sovietico.
I pezzi smontati dai macchinari e dalle apparecchiature, compreso il dispositivo di estrazione del pozzo Regis, furono trasferiti a Liebenau, nei Sudeti.
In parte, queste apparecchiature tornarono a Wieliczka dopo la conclusione della guerra, nell'autunno del 1945. Gli ebrei, invece,
furono portati negli stabilimenti industriali siti in territorio ceco ed austriaco.